Quando si parla di Prosecchi, delle loro caratteristiche e dei sapori, si fa riferimento ad un vino bianco DOC (Denominazione di Origine Controllata) oppure DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), prodotto sui Colli Asolani oppure in quel lembo di terra tra Conegliano e Valdobbiadene. A differenza dello spumante, riproducibile in qualsiasi zona e con qualunque vitigno, il Prosecco è specialità di alcune aree comprese tra il Veneto e il Friuli.
Descritta brevemente la provenienza, merita ricordare che il Prosecco dei migliori produttori, come Mionetto, può essere impiegato in casa per accompagnare aperitivi, antipasti, secondi di carne o pesce, torte salate e verdure affumicate. In sintesi, il Prosecco si sposa bene con molte pietanze portate in tavola. Con riguardo agli antipastini, questo vino bianco DOC è assolutamente da provare con ostriche, gamberi e tartufi in quanto bilancia il forte sapore del mare. Un modo semplice, veloce ed intelligente per far riemergere i ricordi di un’estate magica.
Il Prosecco con piatti di carne o di pesce: quel mix inaspettato
Benché sopra sia stata accennata la possibilità di unire il Prosecco con piatti di carne o di pesce, urgono dei chiarimenti su questo mix sviluppato di recente. Osservati speciali e oggetto di sperimentazioni sono i panzarotti di salumi ed i canapè fritti, magari affiancati da cremosi formaggi trentini oppure da mozzarelle e speck.
Altri maestri della cucina hanno dato sfogo alla fantasia, mischiando il sapore frizzantino del Prosecco con spigole, orate e capesante. Dei rivoluzionari spintisi ben oltre l’antipastino fatto di gamberi, ostriche e tartufi. Seguendo l’esempio di grandi maestri, è ben possibile riprodurre quelle meraviglie nella normale quotidianità. In fondo, ciò che serve è passione, concentrazione e desiderio di mettersi alla prova, senza aver paura di sbagliare ai primi tentativi.
I tipi di Prosecco esistenti
La combinazione di scienza e tecnica ha dato vita a diverse tipologie di Prosecco: spumante, frizzante o tranquillo, a seconda del grado di effervescenza. Nello specifico, il primo vanta un’effervescenza costante ed è senza ombra di dubbio il preferito dai consumatori. Il contenuto zuccherino parte da una base di 12 g/litro (brut) fino a sfiorare i 50 g/litro nei demi – sec. Dunque, il contenuto zuccherino presenta un range d’azione piuttosto ampio, in modo tale da adattare la struttura del Prosecco alle preferenze personali.
Il Prosecco frizzante si contraddistingue per un’effervescenza breve e per un sottile perlage. Quest’ultimo è completamente assente nel Prosecco tranquillo. Un vino dolce ma privo di quel brio solitamente associato a feste e cerimonie. Per questi motivi, si consiglia di versare questo vino per impreziosire pranzi domenicali oppure cene romantiche.
In conclusione, il Prosecco, a prescindere dalle forme finali, deriva da uve del Glera, un vitigno a bacca bianca con tralci color nocciola. Tale vitigno genera dei grappoli enormi ed acini color oro. È opinione condivisa che un tour lungo quel fazzoletto di terra, tra Conegliano e Valdobbiadene, regali un grandioso senso di pace e serenità.