I piatti tipici marchigiani

Urbino

Arte e letteratura, Raffaello Sanzio e Giacomo Leopardi. Cosa accomuna questi due personaggi storici? La provenienza geografica: entrambi, infatti, sono marchigiani. Basterebbe questo per rendere questa piccola e deliziosa regione dell’Italia centrale una delle mete più ambite del turismo internazionale. Eppure c’è tanto altro, come Urbino il cui centro storico appartiene all’elenco dei siti Patrimonio dell’Umanità Unesco. Di questa città, sospesa tra il passato con le tracce indelebili del Rinascimento e il futuro con la frizzante aria universitaria che si respira, è facile innamorarsi magari ammirando il panorama del Montefeltro, che sembra un quadro, romantico e suggestivo. Poi il Palazzo Ducale e il Duomo, lì a pochi passi con il Museo Diocesano Albani. Fascino simile è contenuto anche in Ancona, il capoluogo, nella quale si mischiano architetture romane, bizantine e veneziane per formare un vero e proprio anfiteatro a cielo aperto. C’è Pesaro, inoltre, che è la città di Rossini anche se la lirica non rappresenta l’unica ragione per visitarla in un lembo di terra che trasuda storia in ogni suo scorcio. E non dimentichiamo Ascoli Piceno, probabilmente una delle città più visitate grazie anche a un centro storico decisamente suggestivo e costruito quasi interamente in travertino. Naturalmente le Marche sono anche mare: la stessa Ancona, Senigallia, Civitanova Marche, Cupra Marittima, Grottamare con spiagge bellissime e attrezzate di ogni comfort per vacanze all’insegna del relax ma anche del divertimento. Gli amanti della natura da queste parti troveranno pane per i loro denti tra grotte e parchi sparsi lungo il territorio. Qualche esempio? Le Grotte di Frasassi, grotte carsiche sotterranee che si trovano in provincia di Ancona o l’area protetta del Parco regionale del Conero. Cosa sarebbero un paese o una regione senza tradizioni? Nelle Marche ancora oggi, in piena era tecnologica, vengono tramandati antichi mestieri che rappresentano uno dei punti di forza della zona. Tolentino è la regina della lavorazione della pelle, così come Fabriano della carta mentre Urbino è nota per il restauro del libro antico. Sappiamo però bene che non di sola arte l’uomo vive e in ogni luogo turistico che si rispetti anche la cucina vuole la sua parte. È arrivato pertanto il momento di scoprire anche il lato food del marchigiano, con un piccolo spoiler: impossibile restare delusi. D’altro canto se l’Italia è la patria del cibo, in un luogo in cui la storia e le tradizioni sono così radicate è impensabile che non si possa accontentare anche i palati più fini.

C’è tanto da fare, vedere e mangiare in questo meta turistica talvolta sottovalutata. Ma che ha tanto da offrire ad ogni fascia anagrafica. Può anche essere il regalo ideale, per un compleanno in considerazione di un rapporto favorevole qualità-prezzo.

Le ricette tipiche dei piatti marchigiani

Dal nome sembrerebbe qualcosa di poco dietetico ed in effetti i Vincisgrassi non sono proprio leggerissimi. Assomigliano alle classiche lasagne, ma non ditelo a un marchigiano perché la prenderebbe a male. Prima di cominciare con le ricette, però, è opportuno avere tutti gli utensili da cucina, o magari ‘usarli’ come idea regalo per una ragazza di 18 anni appassionata di cucina, per non saltare neppure uno step di preparazione. Si tratta di pasta al forno con condimento a base di ragù e besciamella e ne esistono diverse varianti in giro tra le quali quella alla maceratese. Rispetto alla lasagna ha delle differenze che sembrano sottili ma non lo sono: anzitutto il ragù viene preparato con carne tagliata grossolanamente e non macinata, e nella besciamella deve essere più soda. In più è fondamentale, da queste parti, l’utilizzo delle spezie che deve dare al piatto un sapore più deciso. Un veloce break per chi è in giro e desidera fare un piccolo spuntino consiste nelle olive ascolane che vengono farcite di carne, impanate e poi fritte. Altro snack particolarmente è gustoso è il pane con sopra qualche fetta di ciauscolo che altro non è che un salame spalmabile originario di Visso e dell’entroterra maceratese. A proposito di salami, anche quello di Fabriano merita più di un assaggio. Torniamo però in tema primi piatti con i Maccheroncini di Campofilone, spaghettini all’uovo finissimi da gustare sempre con ragù di carne. Nella semplicità c’è il buono: così si spiega il successo della crescia che altro non è che uno speciale impasto fatto di acqua, farina latte e lievito di birra, per una pizza che va cotta sulla griglia. E infine farcita con erbe e salumi.

I secondi piatti tipici marchigiani più diffusi

Il coniglio viene cucinato in tantissime maniere in diversi posti di Italia. Qui la versione speciale prevede l’aggiunta di finocchietto selvatico e pancetta per un gusto ancora più ricco. Ancor più comune è il maiale in porchetta: consiste in un maialino intero svuotato, dissossato, condito e aromatizzato anch’esso al finocchio selvatico. Siamo pur sempre in un posto di mare e allora giusto anche provare il brodetto di pesce, disponibile in più versioni a seconda dell’area geografica di riferimento. Ad Ancona, invece, va di moda lo stocco servito magari con patate al forno o con una salsa aromatica a base di pomodoro, acciughe, capperi e olive. Altro secondo piatto tipico della tradizione culinaria marchigiana è la pasticciata, classico arrosto composto da fettine sottili di carne presentato con un sughetto di accompagnamento.

Qual è il dolce tipico delle marche?

La bontà nella semplicità, parte seconda. Il ciambellone alla marchigiana è il classico dolce da preparare in casa, grazie a una ricetta semplicissima che nasconde un risultato sorprendente. Per realizzarlo sono sufficienti 6 uova, 1 bicchiere di latte e uno di olio, 300 g di farina, 1 bustina di lievito per dolci, limone grattugiato e sale. Tra i dessert più noti ci sono poi le castagnole, palline di pasta fritte nell’olio e nello strutto spolverate di zucchero a velo. Ci sono poi i dolci legati a determinati periodi come la cicerchiata (quelli che a Napoli si chiamano struffoli) o le sfrappe (o chiacchiere) di Carnevale, ma anche gli scroccafusi (frittelline aromatizzate al liquore tipo Alchermes) sono tipiche del medesimo periodo. A Natale, invece, è tempo di cavallucci che sono cornetti con un impasto ricchissimo formato da sapa, miele, cioccolato, canditi, noci, scorzette di arancia e altro ancora. E de Lu Serpe che è pasta di mandorle ricoperto da glassa di uovo e decorazioni di cioccolato che prende proprio la forma del rettile.